La canonizzazione
Durante i processi di canonizzazione, i candidati vengono designati con diversi nomi. Già nel decreto del Vescovo, che ordina l'inizio dell'inchiesta, il candidato viene chiamato Servo di Dio, se è un maschio, e Serva di Dio se è una femmina. Al riconoscere la santità o il martirio del candidato, il Papa parla del Venerabile Servo (Serva) di Dio. Il titolo di Venerabile viene usato fino alla beatificazione.
I Beati vengono chiamati Santi dopo la canonizzazione, dopo che il Papa ha ordinato la loro iscrizione nell'Albo dei Santi. Il Vescovo competente, a seconda del luogo della morte del candidato, può iniziare l'inchiesta per la canonizzazione non prima di cinque anni dalla morte del candidato. Soltanto il Papa può dispensare da questa regola. Una condizione imprescindibile per l'inizio del processo è la certezza morale della santità o del martirio del candidato che deve essere fornita dal maggior numero possibile di fedeli che lo hanno conosciuto personalmente o ne hanno sentito parlare.
L'inchiesta diocesana è composta da quattro fasi principali:
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La fase preliminare della causa: i compiti relativi all'inizio del processo;
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La raccolta di prove e documenti scritti;
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L'escussione dei testi;
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La chiusura dell'inchiesta e l'invio degli atti a Roma.
Le fasi principali della fase romana del processo:
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Fase preliminare: compiti relativi alla ricezione degli atti e all'esame formale del processo diocesano;
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L'esame del contenuto (completamento) degli atti e l'elaborazione del dossier della sintesi della causa (la stesura della cosiddetta «Positio»);
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La valutazione della «Positio» (decisioni dei Consultori storici, teologi e della Congregazione);
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Decisioni del Papa (sulla santità o sul martirio del candidato e sui miracoli).
La santità (o il martirio) del candidato ed i miracoli attribuitigli devono essere esaminati in due processi separati, ma entrambi hanno la stessa struttura fondamentale. Adesso vedremo i dettagli del processo di canonizzazione.